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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

lunedì 31 agosto 2009

Monte Rosa Polluce e Breithorn Occ.


Già,il Monte Rosa,uno straordinario massiccio delle Alpi Pennine fra Svizzera e Italia famoso per i suoi numerosi 4000 che lo compongono,21 per l’esattezza ,ben 10 ghiacciai e 7 valli.All'alba e al tramonto le sue cime svettano tinte di rosa, tuttavia il suo nome deriva dal termine rouese o " rouja ", che in “patois”(un antico idioma parlato in Valle d'Aosta)significa ghiacciaio.Questa è stata la meta di una mia rapida uscita sulle Alpi,una due giorni intensa e suggestiva.Due 4000 in due giorni. Partenza da Cervinia in funivia per raggiungere il Rif. Guide del Cervino a 3500 m. di quota. Attraverso le piste da sci del Plateau Rosa tra un nuvolo di sciatori raggiungiamo il Grande ghiacciaio di Verra che dovremmo attraversare interamente per raggiungere l’attacco alla punta Polluce,un po’ snobbata ma ,vi assicuro divertente e varia per i suoi passaggi su roccia e corde fisse. Magnifico il colpo d’occhio sui Lyskamm che si coglie dalla sua vetta di ghiaccio posta a 4091 m.










Discesa verso il Rifugio “Guide d’Ayas” a 3420 m. per un’ottima cena e un meritato riposo. Il giorno appresso partenza alle prime luci dell’alba risalendo il ghiacciaio a ritroso verso il Breithorn Occ. (4146 m.).Dicono sia il 4000 più facile ma si tratta comunque di un 4000 e per chi come me proviene dal livello del mare e senza possibilità di acclimatarsi è pur sempre un 4000.Spettacolare la veduta dalla sua cima,che a 360 gradi offre grandiosi visioni su tutto il massiccio del Rosa,sulle Alpi svizzere ,sul Cervino e i suoi satelliti e più in la sul Gruppo del Monte Bianco e Gran Paradiso. Indescrivibile colpo d’occhio da lasciare senza fiato. Facendoci largo tra la moltitudine di scalatori sopraggiunti,discendiamo verso il lato opposto percorrendo una adrenalinica e affilatissima crestina.Passo fermo e senso dell’equilibrio indispensabili durante l’attraversamento.La discesa in funivia verso Cervinia è purtroppo funestata dalla notizia della morte di un alpinista francese avvenuta qualche ora prima in discesa dal Cervino.La montagna è anche questo!!








mercoledì 19 agosto 2009

Sul Pellegrino


Un gradito ritorno dopo circa 5 anni alla montagna d’eccellenza dei Monti d’Orsomarso,il “Cozzo del Pellegrino”che con i suoi 1987 m. svetta a guardia della Valle dell’Abatemarco verso il Mar Tirreno.Spettacolare il panorama che si gode dalla sua vetta:la vista contemporanea dei due mari della Calabria,lo Ionio e il Tirreno e poi disposti a corona,quasi tutte le vette del Pollino,da Est in senso antiorario,il Sellaro,il gruppo del Pollino con il Dolcedorme che si innalza su tutti,Monte Alpi e il Sirino,il Palanuda e le Valli dell’Argentino e Abatemarco ed infine chiude il cerchio il gruppo della Mula con uno spicchio di Montea al margine e la Sila lontana.Miei compagni di viaggio,Vincenzo e Marco che mi hanno proposto questa uscita.Il giorno dopo avrebbero proseguito verso la Mula pernottando in tenda e più a sud sarebbero saliti sulla Serra Scodellaro per ammirare la Montea in tutto il suo splendore.



Porta d’accesso a questo complesso montuoso il caratteristico borgo di S.Donato di Ninea che sorge su di un cocuzzolo a 800 m.ca.La via è un anello:si parte da Piano di Lanzo dove un rifugio chiuso da sempre attira una moltitudine di gente per il week-end di ferragosto.Aimè la fascia altitudinale compresa fra i 1300 e i 1500 è infestata da mosche e tafani e penso a quei poveretti che non si lasciano scoraggiare dalle loro punture e dal caldo afoso.Si risale verso“La Cresta” per impegnare l’aderto costone che sale ripidissimo verso La Calvia,dapprima nella faggeta e poi allo scoperto.Giunti sulla sua cima(1910m.)ci si lascia rapire dalla spettacolare vista mozzafiato tutt’intorno.C’è un’ottima luce e poca foschia verso il Tirreno.Bisognerà a questo punto aggirare un mare di bassi faggi prostrati dalle intemperie per sbucare sull’anticima del Pellegrino ,dalla quale si apre una profonda ferita precipite verso valle,il famoso Canalone Ovest,meta d’inverno di impavidi alpinisti pronti ad affrontarlo con piccozza e ramponi.



Dopo questo ultimo sforzo eccoci in cima dove ritrovo Pasquale,compagno di avventura con il Cai.Insieme a lui c’è Walter,un arzillo “giovanotto” di 78 anni (…e 3 mesi,ci tiene a precisare),una vita vissuta su questi monti e notevole esempio di tenacia e passione.A breve dal sentiero di Valle Lupa sopraggiunge un’allegra famigliola e una bimbetta di pochi anni che arranca senza tanto sforzo,ed’è bello vedere oggi insieme gente di ogni età su questa singolare montagna.Insieme a due nuovi compagni abbiamo solcato le terre di Pollino lasciandoci con l’impegno di ritrovarci ancora.Molto gradito l’sms di ringraziamento ricevuto il giorno dopo.E’ proprio vero che la montagna unisce e consolida amicizie vecchie e nuove.