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mercoledì 13 ottobre 2010

Prove d'autunno su Serra del Prete

serra del prete 1


pollino



Autunno


Sbiadiscono i colori della mia anima
mare non sei più verde smeraldo
ma blu profondo
come i miei pensieri
tempestosi e reconditi come le tue onde
che si infrangono violente sugli scogli
cancellando l’estate e le urla festose
dei suoi bimbi sulle spiagge
Cielo non sei più azzurro intenso
non fai più volteggiare le sue rondini
Sole, hai perso la tua forza
non sprigioni più i biondi raggi d’agosto
ti fai avvolgere dall’intreccio delle nubi
e mi rubi le ore del giorno
e la mia libertà.


Edva di Bluprofondo


serra del prete 2



faggi

domenica 3 ottobre 2010

Monte Civetta per la ferrata degli Alleghesi


Prologo

Ricordo ancora quel 28 luglio 2007 quando di ritorno da una sortita turistica alle Tre cime di Lavaredo ricevetti la telefonata di Francesco,guida alpina delle dolomiti,dicendomi che il Civetta per la ferrata degli Alleghesi non si sarebbe fatta a causa delle avverse previsioni meteo. La scalata alla Marmolada per il ghiacciaio effettuata il giorno prima insieme al mio gruppo Cai Castrovillari non dissipò completamente l’amarezza per la rinuncia al Civetta. Ci volle del tempo per digerire la cosa. Chissà quando mi sarebbe capitata l’occasione di ritornare sulle Dolomiti. In queste occasioni rammento sempre la solita frase:”le montagne sono sempre li.”…sigg!!


Infatti è così. Dopo tre anni ci sono ritornato e questa volta il meteo mi ha premiato in quanto i due giorni necessari alla salita ,il primo per raggiungere il rif.Coldai e il secondo per l’attacco alla vetta sono stati a dir poco spettacolari,a dispetto dei precedenti e dei successivi alla scalata,davvero brutti,quasi invernali.


Con me per questa sortita un agguerrito quanto affiatato gruppo appartenente al Cai della Valmalenco contattato via internet qualche settimana prima,20 intrepidi che mi hanno “arruolato”per l’occasione. L’11 Settembre pomeriggio sono ad Alleghe con il suo pittoresco lago che in questo periodo dell’anno è semideserto,solo qualche albergo aperto e gli impianti di risalita che avrebbero chiuso il giorno successivo. In compenso l’aria settembrina e le piogge dei giorni precedenti rendono il cielo terso e i paesaggi limpidi e cristallini. Davvero strano vedere questo importantissimo centro turistico così vuoto.


Da Alleghe al Lago e Rifugio Coldai

Dopo aver lasciato i bagagli in albergo ed essermi cambiato,zaino a spalla mi dirigo verso le funivie. Un primo tratto mi porterà ai Piani di Pezzè (1452 m.)dove faccio una pausa pranzo nei pressi dell’area ristoro Fontanabona. Nel frattempo sopraggiunge un primo gruppetto di quattro dalla Valmalenco con in testa l’organizzatore Andrea e sua moglie Debora.Ci diamo appuntamento al rifugio Coldai in serata . Mentre io preferisco sfruttare la seggiovia che porta al Col dei Baldi (1922 m.)guadagnando circa 450 m. di dislivello ,loro partono per il sentiero n°4 che conduce in forte salita prima al lago Coldai e poi al rifugio. La seggiovia lentamente mi porta al Col dei Baldi dove d’improvviso compare la mole rocciosa ed imponente di Monte Pelmo,il primo culmine delle Dolomiti ad essere stato conquistato. A Sud-Ovest troneggia la “Regina delle Dolomiti” la Marmolada con l’impressionante parete Sud detta anche Parete d’Argento.








Il percorso che parte dal Col dei Baldi al rifugio è una passeggiata gradevole di un’ora e mezza , meta di innumerevoli escursionisti e turisti. Prima un tratto di sterrata che conduce a Malga Pioda e poi il sentiero n°556 attraverso alcuni tornanti e gli ultimi metri in forte salita conducono ai 2135 m. del rifugio Sonino al Coldai passando attraverso la Forcella di Alleghe ,valico tra la Val Cordevole e la Val Zoldana.


Un andirivieni di escursionisti diretti e provenienti dal rifugio animano di continuo questo frequentatissimo sentiero,attirati tra l’altro dallo smeraldino laghetto Coldai sovrastato dalla mole dell’omonima torre. E’ dunque d’obbligo una visita in questo angolo di paradiso. La mente inevitabilmente torna a tre anni fa quando insieme a Salvatore e Pasquale attraversammo la Val Civetta lungo il sentiero n° 560 ai piedi della “Parete delle Pareti” per raggiungere il rifugio Attilio Tissi,lasciandoci rapire dalla visione sublime delle Torri del Civetta:Torre del Lago,Pan di Zucchero,Punta Civetta e così via. La via del ritorno ad Alleghe poi,vi assicuro,scendendo per il dirupato Vallone dell’Antersass è stata un’avventura nell’avventura. Che emozioni forti riuscì a trasmetterci questa meravigliosa montagna,tra le più belle del mondo,paradiso di alpinisti e arrampicatori,regno del “sesto grado”.


Al rifugio mi unisco agli altri che man mano sono sopraggiunti andando a completare il folto gruppo. Al tramonto il Pelmo si infiamma di rosso catturando lo sguardo di tutti e delle nostre macchine fotografiche. A cena tra primi piatti a base di “Kanederling” al burro e secondi di spezzatino con polenta che ristorano il cuore e l’anima ci scambiamo esperienze montane fatte nelle rispettive terre di provenienza. Davvero persone squisite,queste della Valmalenco a testimonianza del fatto che il Cai in tutta Italia è una grande famiglia.


Prima della “nanna” molti escono fuori per ammirare estasiati un cielo stellato come non l’ho visto mai;le stelle sono diamanti brillanti incastonati nella volta celeste,in un cielo terso e limpido di cristallo e la Via Lattea un fiume in piena di stelle che si perdono nell’infinito dell’oscurità. Uno spettacolo straordinario,grandioso preludio ad una giornata perfetta.



Dal Coldai all'attacco della ferrata

E’ il fatidico giorno della Ferrata degli Alleghesi,la lunghissima ed affannosa quanto bellissima via attrezzata che ti porta dritto sulla cima del Civetta a 3220 m. Siamo in molti. L’organizzatore decide saggiamente di anticipare la partenza per non trovarci imbottigliati ad attendere altri gruppi di arrampicatori e quindi rallentare notevolmente la marcia e i tempi di rientro. Alle 6.30 di uno splendido mattino siamo in marcia in direzione della forcella Coldai per immetterci sull’alta via n°1(sentiero Tivan n° 557).Lungo questa prima parte del percorso cogliamo il sorgere del sole appena a destra di Monte Pelmo in uno scenario di superba bellezza .Sullo sfondo le cime e le creste frastagliate dell’Antelao e del Cadore. Il sentiero prosegue successivamente in leggeri saliscendi e porta inizialmente ad una forcella,e poi svoltando verso est sale lentamente un costone attrezzato in alcuni punti con corde fisse fino ad una conca cosparsa di grossi massi,con grandiosa vista sul Civetta ,fino a raggiungere lo Schenal del Bech a 2300mt dove si lascia l'alta via verso destra come indicato su un grosso masso da una freccia rossa con scritta"Alleghesi". Dopo un breve tratto attrezzato ed alcune facili roccette si arriva all'attacco della ferrata. Sono le 8.00.






La Ferrata degli Alleghesi
L'inizio è verticale ed esposto ma attrezzato con pioli e scalini ,superato questo primo salto verticale si traversa a sinistra per risalire ancora su staffe ed una successiva scaletta in ferro. La via,continuamente segnata in rosso,continua all'interno di una lunga serie di canali spesso in ombra che caratterizzano la ferrata fin dall'attacco risalendo fino in cresta a quota 2550mt girando le spalle alle stupende torri del Civetta .Mentre il lungo serpentone di audaci arrampicatori avanza,nubi ovattate risalgono dalla valle ricoprendo parzialmente le pareti del versante sud rendendo il paesaggio surreale. La cresta volge a sinistra,si risale traversando in diagonale ed in forte esposizione ma sempre in sicurezza grazie alla fune ed una successione di pioli ,un successivo tratto verticale diverte per la possibilità di arrampicare e porta ad una ampia cengia da dove,meteo permettendo,è possibile ammirare gran parte della Val Zoldana.Si percorre la cengia verso nord-ovest e si risale nuovamente fino ad un pulpito panoramico dove è possibile prender fiato prima di riprendere in traversata su roccia.





La via,sempre obbligata prosegue per canalini e placche fino a raggiungere lo spigolo da dove si ha una bella prospettiva sulle torri settentrionali (Pan di Zucchero,Torre di Val grande e Torre D'Alleghe), poi per vari salti rocciosi e attraverso un difficile camino verticale si giunge alla cresta in corrispondenza della forcella tra Punta Civetta e Punta Tissi. Ora la vista si apre sul versante opposto,nella valle si vede Alleghe con il verde lago e sullo sfondo l'imponente mole della Marmolada.Usciti dal solito lungo canale inizia la risalita in cresta con alcune roccette non attrezzate e terrazzi detritici dove è necessaria attenzione per non provocare caduta massi.












Sotto la cima affrontiamo un insidiosa cengetta attrezzata e ghiacciata su parete strapiombante,molto stretta dove manca inspiegabilmente uno spezzone di cavo e che costringe a fare delle complicate manovre di “aggancio” tra gli arrampicatori. I tratti attrezzati non sono finiti ma ormai la vetta è vicina. Si superano ancora dei "massi di roccia"dove la fune è utilizzata esclusivamente per aggancio di sicurezza vista anche la stanchezza così come nel culmine della cresta levigata che in pochi minuti porta alla cima del Civetta a 3220 m. alle 12 in punto (4 ore dall’attacco della ferrata). In vetta siamo in 40 circa. Inutile ribadire che da quassù la vista tutt’intorno è mozzafiato,sospesi su un fazzoletto di roccia sulla parete N-O alta più di 1000 metri e ampia sette chilometri.


Per la discesa,anche se una timida vocina mi dice di scendere per l’altra ferrata,la Tissi,che dilaterebbe di due ore i tempi di rientro,prendiamo la via normale che passa per il piccolo rifugio Torrani (2984 m.)dove ci fermiamo qualche minuto per una pausa. Su terreno detritico e tratti attrezzati giungiamo al Passo del Tenente a 2380 m. un caratteristico lastrone di roccia fortemente inclinato,poi ampie placche conducono ai ghiaioni alla base del massiccio. Tracce di sentiero tra i nevai ci aiutano a trovare il sent.Tivan che passa vicino allo Schinal del Bech ,e percorrendo poi il tragitto dell'andata ci si riporta infine al rif.Coldai .Sono state necessarie 10 ore e trenta ai quali si aggiungono 1.30 ore per scendere a piedi ai Piani di Pezzè dove ci aspetta l’auto.







Considerazioni finali

Il Monte Civetta è un colosso dolomitico che rapisce per la sua arditezza ed eleganza,la ferrata è davvero impegnativa ed affannosa,ma allo stesso tempo appagante.Il tutto immerso nel paesaggio delle Dolomiti che,ricordo,fanno parte dell'Unesco, patrimonio dell'umanità.Non a caso quest'anno ho preferito il Civetta ad un 4000 valdostano.L'itinerario ha sicuramente soddisfatto ogni mia aspettativa e poi,la compagnia di maestri della montagna appartenenti al Cai della Valmalenco,non poteva che rendere la sortita piacevole e sicura.Mi sono sentito a casa mia,perchè le montagne tutte...sono casa mia. Ritornerò nella mia terra,il Pollino con rinnovato entusiasmo e un bagaglio di ricordi bellissimi.