Video in Evidenza

IN PRIMO PIANO: Gli ultimi post

Sirino - Timpa Scazzariddo Via Beatrice" vedi

Pollino - Dolcedorme Canale Nord Est" vedi

Pollino - Via dei Lupi accesso alto" vedi

Sirino - Timpa Scazzariddo via Pulp Traction e tramonto su Monte Papa" vedi



CONTATTO dgiusep@tiscali.it
Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

lunedì 8 aprile 2013

Pollino Via "Agata"




Ultimamente ho notato un crescente entusiasmo verso le attività in montagna,specialmente per l’alpinismo nel sud Italia. Il fattore più importante che ha contribuito al fiorire di questa passione è senza dubbio la “connettività”,i social network come Facebook e i blog amatoriali e professionali che concorrono alla diffusione di tali discipline e sempre più giovani ma anche meno giovani,ve ne sono attratti. Capita sovente che qualcuno apra una nuova via e ne pubblichi le foto sul suo sito che gli altri si organizzino nella ripetizione operando uno scambio di idee ed impressioni,talvolta discordanti ma che concorrono ad alimentare nuovo ardore.


 

































Così è avvenuto con l’apertura di due nuove vie nel versante Nord-Est di Monte Pollino,per la precisione dove sorge quella che è chiamata la “Grande Frana” ,nel particolare due canali nella parete di sinistra guardando la Frana frontalmente. L’inverno ormai ci ha abbandonato ed alcuni giorni di caldo hanno quasi completamente prosciugato i nostri monti dalla neve,ma non nei versanti a nord del Pollino i quali ne sono ancora cospicuamente ricoperti nelle zone in ombra. Basti immaginare che nella marcia di avvicinamento lungo il sentiero che collega Colle Impiso ai Piani di Pollino,la sede della sterrata era sovrastata da almeno due,tre metri di neve nella parte alta. Che dire poi delle paurose cornici di ghiaccio sulle creste dallo spessore di quattro,cinque metri? Osservare le foto per credere.





































Ritornando all’uscita,l’amico Mimmo giovedì 4 Aprile apre queste due vie,pare le abbia chiamate “Agata” e “Sophia”;pubblica la relazione su Facebook e prendendo spunto da esse,Sabato 6 muovono tre cordate: la prima composta da me e Pasquale,un’altra da Domenico R.,Alessandro e Domenico B. ed un’altra coppia. Quest’ultima precedendo tutti, punta un terzo canale della Frana,quello più a destra rispetto ai due già citati,molto difficile a causa delle cornici pericolose e di un passaggio al di sotto di esse quasi impossibile da superare. I due sono costretti a rinunciare e risalire la Grande Frana verso l’uscita di destra,la più comoda e forse l’unica fattibile.




































La cordata dei tre preferisce affrontare una lingua di neve posta su un avancorpo roccioso appena più in basso rispetto al settore delle due vie nuove ma deve fare i conti con neve morbida che si sgretola ai colpi delle piccozze e buche profonde che si aprono sotto i piedi. Infine io e Pasquale,come deciso si punta il più difficile dei due canali,Agata. Prima sosta sotto il roccione al di sopra del quale sorge un pino loricato,60 metri fino a raggiungere la parete alla base del canale dove attrezzo la seconda sosta,un ottimo chiodo con fettuccia. Parto io da primo con l’intenzione di operare una ulteriore sosta nel punto più comodo,ma aimè tutto ciò che il terreno ghiacciato offre è la possibilità di piantare due fittoni nei primi venti metri di progressione. Più su il canale raggiunge la pendenza di 75 gradi e le poche rocce affioranti non sono adatte per la posa in opera di chiodi da roccia. La corda è quasi finita e tutto ciò che resta è puntare verso l’uscita a sinistra evitando le alte cornici sovrastanti sperando di sfruttare tutti i 60 metri.




Appena fuori mi rimane solo un metro di corda dove riesco ad attrezzare una sosta di emergenza piantando le due piccozze nella neve morbida e facendovi passare una fettuccia,i moschettoni e la piastrina per assicurare il secondo. Scavando poi una buca con i piedi riesco a “piantarmi”bene per completare l’operazione. E’ fatta!!La scarica di adrenalina mi ha privato delle forze ma ormai su terreno facile e sicuro riusciamo a consumare il nostro pranzo a sacco e ricaricare le batterie. Infine l’incontro con le altre due cordate per il resoconto della giornata e un rapido scambio di impressioni e via per la discesa lungo la parete Nord-Est.