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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

lunedì 20 maggio 2013

Ferrata del Caldanello,Ramo Imperiale



Siamo nel territorio di Cerchiara di Calabria,destinazione Ferrata del Caldanello.Tale percorso è stato già ampiamente descritto in questo blog,e per l’occasione ho montato anche un video su Youtube.Nel Settembre scorso (2012) però,è stato creato un nuovo segmento chiamato “Ramo Imperiale”.Esso sfrutta una cengia stretta e molto esposta in sinistra idrografica sulla parete del torrente Caldanello al di sotto dei ruderi del castello. Con Edo, new entry tra i miei compagni di cordata,nel pomeriggio di domenica 19 Maggio abbiamo realizzato l’intero percorso della ferrata includendo appunto quello nuovo. 


Edo,possiede una notevole esperienza di ferrate essendo cresciuto praticamente nelle Dolomiti. Rientrato da poco in Calabria è partito alla scoperta del Pollino che conosce poco (alcune escursioni da giovanissimo) e quale occasione migliore per ritrovarci su un terreno a lui molto familiare.






Credo (a mio parere) che il modo migliore per realizzare l’intera via,sia quello di recarsi presso la briglia percorrendo la stradina che si dipana dalla piazzetta del paese e scende al depuratore. Da li,attaccare il lato destro della ferrata in A/R. Dalla briglia poi,risalire il lato sinistro fino ai ruderi del castello. Ci si dirige dietro il castello tra i vicoletti del paese per rintracciare un sentiero che scende verso le gole procedendo a destra un po’ ad’occhio,non essendoci nessuna indicazione. Scendendo lungo il costone vi è un corrimano metallico. Ad un certo punto,dove il sentiero si avvia decisamente verso sinistra,bisogna abbandonarlo guardando la parete alla nostra destra. Salendo per qualche metro direzione parete si giunge all’attacco dove è posta una targa.
Da li si segue la ferrata con la massima attenzione essendo molto esposta e che sfrutta,come dicevo una cengia molto stretta che ti costringe a procedere inarcando il corpo. Prima che curvi a destra vi è un tratto difficile e tecnico dove i piedi non hanno appoggio e bisogna procedere a forza di braccia in trazione con il cavo metallico. Si interseca in tal modo l'altro ramo di ferrata al di sopra della briglia. Da questo punto si scende verso essa ritornando al punto di partenza.



































E’ chiaramente un percorso non adatto a chi soffre di vertigini e da fare assolutamente con il kit da ferrata munito dei due spezzoni di corda,dissipatore di energia e moschettoni da ferrata. Un interessante via che fatta in sicurezza permette di attraversare un ambiente di forra di estrema bellezza.



































Segue anche un breve video che riprende il primo tratto del Ramo Imperiale.

martedì 7 maggio 2013

Timpa di S.Lorenzo Settore Meridionale



Ritorno sempre con piacere a S.Lorenzo Bellizzi,un piccolo borgo di 800 anime posto a 800 m.di quota,porta orientale del Parco del Pollino. Incastonato in un paesaggio brullo dominato dalle rocce e dalla macchia mediterranea,sembra essere fuori dal mondo e dal tempo, fatto di gente semplice perlopiù dedita alla pastorizia e all’agricoltura. Ma ciò che rende estremamente affascinante l’areale di questo piccolo mondo è la natura aspra e selvaggia che lo circonda.  Rivolgendo infatti lo sguardo verso l’ impressionante paesaggio che si presenta poco prima di raggiungere il paese, non si può fare a meno di osservare con sacra ammirazione ciò che la natura possente e selvaggia ha creato mediante immani forze geologiche! Davvero spettacolare, da mozzare il fiato. Ed’ecco impattare sulle mastodontiche Timpe di S.Lorenzo e di Cassano che dalla base si innalzano paurosamente verso il cielo con pareti inaccessibili,ghiaioni impressionanti e canali verticali,separate da un’immane spaccatura come operata da un gigantesco fendente.





































Sul fondo di esse brontola il Raganello,il torrente che attraverso milioni di anni di attività erosiva e levigatrice ha scolpito paurose gole, modellamenti e torniture di rocce di una bellezza sconvolgente. La scalata alla Timpa di S.Lorenzo lungo l’adrenalinica Cresta delle Aquile rappresenta uno degli itinerari più esaltanti che si possano compiere nell’Appennino meridionale,sempre sul filo di cresta a strapiombo sul torrente Raganello e quasi ad afferrare con mano le vette più elevate del massiccio. Una dura e appagante esperienza che non dovrebbe mancare nel carnet di ogni escursionista amante di queste terre. La mia ultima ascensione lungo la Cresta delle Aquile risale a circa due anni e mezzo fa,un mese dopo aver scalato il mitico Monte Civetta sulle Dolomiti.




Ricordo che all’attacco dell’itinerario,insieme ad un gruppo di amici ci spostammo eccessivamente a sinistra andando incontro a pareti troppo verticali per essere affrontate senza attrezzatura alpinistica. Notammo infatti la presenza di soste e spit.Mi promisi di ritornarci per realizzare l’ascensione lungo le placconate fino a raggiungere l’orlo di cresta. La prosecuzione verso  la cima sarebbe stata facoltativa. Così ,per Sabato 4 Maggio chiamo Pasquale che si trova d’accordo sulla mia proposta e si parte per S.Lorenzo Bellizzi.Giunti alla località Barile,cominciamo a salire verso la base del settore più meridionale della Timpa.
 



Dopo una mezz’ora di avvicinamento incontriamo la prima placca calcarea e iniziamo l’ascensione. Rinviando sugli spit,con e senza fettuccia ed un chiodo realizziamo una serie di tiri sfruttando quasi tutti i 60 metri della corda. Tiri continui di III° e qualche passaggio di II°,non difficili,divertenti ma da non sottovalutare,per via anche degli scarponi,che non ti danno la stessa sensibilità delle pedule da arrampicata. Dopo il secondo tiro(100 m. tot. primo +secondo) non vediamo più spit o fettucce nonostante la parete continui. Per fare sosta sono costretto a spostarmi a destra verso un piccolo leccio. Da li ripartiamo con altri due tiri sfruttando piccoli ma robusti lecci per rinviare e sostare. E’ necessario anche piazzare un chiodo prima della penultima sosta. Smontati gli armi proseguiamo per l’ultimo tratto a piedi fino a raggiungere la cresta,tra ghiaioni e leccete.





Panorama mozzafiato in tutte le direzioni su perfetti strapiombi a filo sul Raganello.Davvero interessante osservare poi da questo punto la morfologia geologica delle Timpe di Cassano e di Porace,come se abbiano subito dei tagli netti,quasi perfetti. Dopo aver goduto di una simile vista ed esserci riposati valutiamo se proseguire per la vetta molto ma molto lontana. Il caldo torrido,lo sforzo psico-fisico finora profuso,gli zaini pesanti con la ferramenta e la corda,l’ora tarda e le difficoltà da affrontare nella discesa dalla Timpa,sempre molto delicata,da svolgersi tra lisci e ghiaioni instabili ci fanno desistere. Rimandiamo così l’ascensione ad essa in una giornata meno torrida e con zaini leggeri. Concludiamo questa bellissima giornata gustando una bella birra ghiacciata al solito ristorantino “Pino Loricato”.L’estate si avvicina:il Raganello chiama!!