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domenica 24 agosto 2014

Rafting alla cascata delle Marmore



































“Il pastorello Velino si innamorò della bella ninfa Nera che si bagnava nelle acque sottostanti. Rifiutato da lei,si gettò dall’alto della rupe per unirsi alla sua amata eternamente…”Questa è la leggenda che racconta dell’origine della cascata,ma la storia è diversa.



















Con i suoi 165 m. divisi in tre salti,è la più alta d’Europa,ed è inserita nel territorio della Valnerina ternana e nel Parco fluviale del Nera,area protetta che trova nella cascata il suo punto d’eccellenza.Si tratta comunque di una cascata artificiale,realizzata all’inizio del III sec. a.C. dal console romano M.Curio Dentato facendo defluire le acque del Velino nel sottostante fiume Nera,mediante un canale detto Cava Curiana in modo da liberare la piana sovrastante dalle paludi che la rendevano malsana.A partire dal XV sec. furono effettuati diversi interventi dai più famosi architetti dell’epoca tra cui Antonio Sangallo per rendere migliore il deflusso delle acque,spesso impedito dai depositi calcarei che si accumulavano negli anni.



































Dalla seconda metà dell’800 le sue acque sono sfruttate per la produzione di quell’energia elettrica che darà vita alla grande industrializzazione di Terni. Nonostante la sua natura artificiale,è stata cantata da poeti e scrittori,riprodotta da artisti di ogni epoca,ammirata da principi,intellettuali e scienziati. 



































Può essere visitata ed ammirata grazie ad una rete di sentieri che la costeggiano o permettono una visione frontale come quello fatto da me,il numero 4 detto”La maestosità”,che ha un dislivello di 75 m.E’ un percorso a scalini che sale sul monte Pennarossa raggiungendo due punti panoramici con suggestiva veduta frontale della cascata.


















A tre chilometri opera il centro rafting di Papigno che permette agli amanti del brivido di discendere in gommone le acque impetuose del Nera fino ad un certo punto.

“Orribilmente bella” – Lord Byron