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mercoledì 19 agosto 2015

Le "Piccole Dolomiti" di Frascineto





























Il tempo capriccioso degli ultimi giorni ha un po’ rimescolato i programmi fatti per l’ultimo week-end  costringendomi ad andare in solitaria e scegliendo un itinerario libero da spiacevoli sorprese meteorologiche. Avendo a disposizione solo la mattinata a motivo di impegni di lavoro decido di ritornare dopo diversi anni sulle Serre di Frascineto che personalmente amo chiamare “Dolomiti” di Frascineto, piccolo centro arberesh  vicino Castrovillari, ai piedi della bastionata meridionale della catena del Pollino. Una “veloce incursione” direi.














L’intenzione è quella di fare il percorso ad anello che qui chiamano di “Serra Giumenta”, risalendo la conoide detritica della Timpa del Crivo, piegare a sinistra per raggiungere infine il Timpone del Corvo, elegante piramide rocciosa che sovrasta l’abitato di Frascineto.














Il vallone veniva risalito dai locali per raggiungere i pascoli alti e, siccome il Timpone del Crivo costituiva una barriera per l’accesso alla montagna ,dopo la prima guerra mondiale fu usato dell’esplosivo per allargare la mulattiera e renderla in tal modo percorribile agli animali da soma. Lo stesso percorso veniva intrapreso anche per recarsi in pellegrinaggio alla Madonna del Pollino.















Lascio in tal modo l’auto più su del campetto da bocce di Ejanina e mi avvio per detriti fin sotto la parete della Timpa del Crivo da dove parte una delle più belle mulattiere del Parco del Pollino, che permette di rimontare sopra l’antica frana che ha originato il timpone. Come mia abitudine però, dopo aver superato la “Donna che prega” ,una cuspide rocciosa che sembra avere le sembianze di una vecchia col cappuccio e un’ampia veste col capo chino e le mani unite portate al mento, abbandono la traccia e mi porto verso sinistra andando ad infilarmi in un imbuto roccioso che devo superare (IV -  evitabilissimo. Ma chissà, il lungo periodo di inattività mi ha fatto salire una adrenalina terribile).



































Al di sopra della frana decido d’istinto di andare nella direzione opposta esplorando il versante orientale delle Piccole Dolomiti. E’ superfluo dire che lo spettacolo è sublime, si cammina tra rocce , pinnacoli dalle forme più bizzarre e archi naturali tra impressionanti pareti policrome a dominare il piccolo abitato e l’intera Piana di Sibari fino al Mar Jonio. Sembra di essere in un paesaggio lunare.


































Seguo in leggera discesa quella che sembra una traccia di sentiero che porta a percorrere una cengia sovrastato da pareti verticali fino a raggiungere una piccola “forchetta”. Proseguendo dritto si scenderebbe per guadagnare un largo e comodo canalone; a sinistra invece  vi è uno stretto canale, ripido e più incassato da risalire. Opto per questo portandomi dopo un aggiramento tra rocce facili su un pianoro panoramico.












Di fronte rinvengo delle grotte usate dai pastori come ricoveri per animali e poco più sotto un antro “aggiustato” con un muro a secco in pietra. Sinceramente non credo che attualmente vengano utilizzati, visto lo stato di abbandono degli stessi.





































Proseguendo nella mia esplorazione seguo una traccia evidente che lambisce la base della parete conducendo ad un altro passo. Scendendo per alcuni metri  guadagno l’ennesimo canalone detritico che tento di risalire per vedere se in alto c’è un passaggio ,ma aimè muore in parete e lì si aprono alcune grotte imponenti. Noto però che il terreno è stato ben “arato” da qualche branco di cinghiali e all’ingresso della grotta vi sono anche  escrementi freschi. Direi che forse è meglio abbandonare la zona. Scendendo giù seguo la parete fin quando quando la stessa si abbassa consentendo di risalire al disopra d’essa. A questo punto sarebbe auspicabile guadagnare quota per aggirare e sormontare la bastionata rocciosa dirigendosi verso Timpone Castello prima e Timpone del Corvo dopo fino a chiudere un fantastico anello ma non ho molto tempo per cui decido di scendere incrociando la sterrata che a ritroso mi porterà all’auto.














Un itinerario molto bello, proponibile a tutti, di ampio respiro paesaggistico, sempre vario, mai monotono, tutto da scoprire, che ti permette di alternare facili camminate su cenge rocciose a piccole e divertenti arrampicate per superare risalti rocciosi. Tutto questo a pochi passi dal centro abitato e quindi facilmente raggiungibile. Ricordo pertanto che anche quì abbiamo le nostre piccole Dolomiti.