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mercoledì 26 ottobre 2005

La Montagna Madre

Dopo diversi rinvii riesco a partire per unaltra avventura in montagna,destinazione Parco Nazionale della Maiella la cui vetta ,Monte Amaro ,con i suoi 2798 m. risulta essere la seconda cima dellAppennino,dopo il Corno Grande nel Gran Sasso .Come è rievocato dalletimo,la Maiella ,montagna madre appunto,è considerata dai locali un luogo,un ambiente religioso sacro,lorigine di ogni cosa.Ma veniamo allescursione.

Ascendere su Monte Amaro non è cosa semplice.A dire il vero lo avevo un pò snobbato.Visto sulla carta,i 980 m. di dislivello si colmerebbero gradualmente,una lunga passeggiata.Nulla di tutto ciò. Amaro di nome e di fatto.Si dovrebbe raggiungere in macchina il Blockhaus,ove la strada termina nei pressi di una edicola religiosa,ma lente Parco,non si sa per quale assurdo motivo blocca laccesso alla strada due chilometri e mezzo prima,allaltezza di numerosi e paurosi ripetitori radiotelevisivi.Ciò vuol dire che dovremmo aggiungere alla nostra già faticosa marcia cinque chilometri in più,del tutto gratuiti.Comunque,dopo le considerazioni del caso io,Sergio(che guida il gruppo)e gli altri cinque componenti ci avviamo.Primo tratto,tra boschi di pino mugo,piuttosto pianeggiante, ma lungo(risulteranno tra andata e ritorno 26 i km da percorrere).Dopo il fontanino si fa sul serio,inizia un infinito saliscendi che ci porterà sulla vetta dellAmaro.Si risale laderta pendice di Monte Cavallo(2171 m).Discesa e nuova risalita sul Focalone(2676 m)Alla nostra sinistra lalpestre cresta della Cima delle Murelle.

Nuova discesa e nuova risalita sulla Cima Pomilio (2656 m).Un pò di stanchezza si fa sentire.Comunque siamo allietati dal volo dei gracchi corallini che nidificano sotto le rocce di Monte Amaro.Durante il cammino notiamo la presenza di numerosi resti fossili.Molte di queste creste risultano il sollevamento della barriera corallina.Dalla Cima Pomilio ci ritocca scendere ancora verso i Tre Portoni,tre selle e tre cime.Ne facciamo uno e poi tagliamo verso uno spettacolare inghiottitoio.A destra la paurosa Rava della Sfischia e del Ferro(presenza di bauxite nei contrafforti montuosi),a sinistra i Valloni Cannella e delle Mandrelle,spettacolari avvallamenti carsici.

Il paesaggio è grandioso,le cime maestose.In Sergio vedo tutto lentusiasmo nel descrivermi i luoghi che incontriamo.Monte Amaro si staglia di fronte in tutta la sua fierezza,è lì,di fronte a noi,ma ancora tanto lontano.Ci facciamo coraggio e affrontiamo la direttissima,e,con la nebbia che ci avvolge raggiungiamo dopo cinque ore di duro cammino la sua cima e il bivacco Pelino,caratteristica cupola geodetica in metallo.La temperatura si abbassa di molto.Decidiamo di rifocillarci per mezzora e poi via,si riparte.Piccolo inconveniente allaltro Sergio,caduta e storta ad una caviglia.Sarà per lui una sofferenza fino al ritorno.Dopo dieci ore(poche escursioni di un giorno così lunghe riesco a ricordare)siamo di nuovo allauto.

Ormai è il tramonto.Monte Amaro è fatto.Un grazie sincero a Sergio,al tosto Lelio,allaltro Sergio e alla reduce del campo base del K2,Gabriella.

domenica 9 ottobre 2005

Viaggio nel Cilento


Più a nord rispetto al Pollino vi è la seconda area protetta più grande d?Italia:il Parco Nazionale del Cilento esteso per 180.000 ettari circa.Molto simile al Pollino geomorfologicamente,offre anch?esso ai visitatori uno spettacolo veramente unico. Ci sono infatti splendide località marine ma anche avventurose montagne verdi.Una di queste è il
Monte Bulgheria,ultimo baluardo roccioso meridionale del parco. La sua inconfondibile sagoma si impone nella dolcezza del paesaggio cilentano.E' la punta estrema di un possente allungato massiccio calcareo che fa da bastione fra la costa di Camerota e le diramazioni dei rilievi appenninici interni. Il toponimo suggerisce una derivazione dall'etnico Bulgari, a ricordo di popolazioni qui insediate forse al seguito dei Longobardi. Il panorama dalla sommità è reputatissimo per la vicinanza al mare.Dai suoi 1255 m. infatti si domina il golfo di Policastro e nelle giornate terse si riesce ad arrivare con lo sguardo fino alle vette più meridionali del Pollino.Fatto interessante,i due parchi sono separati soltanto dal comprensorio montuoso del monte Sirino,altro gigante di 2000 m. Se si unissero inglobando anche il Sirino ci troveremo difronte ad un mega parco di 400.000 ettari circa tra Calabria e Campania.Sarebbe a mio avviso un motivo d?orgoglio per tutto il meridione.Certo,gestire un?area immensa come questa costituirebbe una vera impresa,ma le grandi imprese iniziano sempre con piccoli passi.
Impariamo dai grandi parchi americani.

In foto: in vetta sul Monte Bulgheria.Dietro,il golfo di Policastro