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domenica 21 maggio 2017

Monte Pollino via Serra Pollinello



Lunedi 1 Maggio si ritorna sul monte di Apollo anche se rispetto alla via dei Lupi di qualche settimana prima si va per la via “quasi” normale. Sono in compagnia di Davide, che per la prima volta affronta un’escursione di un certo impegno. Non conoscendo le sue capacità e la sua tenuta fisica gli propongo la visita al Patriarca del Pollino, che rispetto alla cima gli consentirebbe di risparmiare 250 metri di dislivello.



Via quasi normale perché invece di intraprendere la classica cresta sud ovest alla quota di 2000 metri siamo scesi alla splendida dolina poco sotto per risalire il crinale parallelo chiamato Serra del Pollinello che degrada proprio verso la vetta rocciosa del Pollinello verso sud ovest.




Su questa cresta sorge uno dei pini loricati tra i più belli in assoluto, il “Candelabro”. Poco sopra un altro splendido esemplare con uno dei tronchi piegato e spaccato nel mezzo e poi i resti scheletrici di un loricato che ho battezzato tempo fa il “Pino coccodrillo”.






La giornata è splendida, di quelle che si possono definire perfette per fare una semplice escursione primaverile, ne eccessivamente calda, ne fredda. Giunti a Piano Gaudolino una ventina di cavalli a brado pascolano placidamente e tra di essi anche due piccolini, probabilmente nati qualche giorno fa.






























Raggiunto il pianoro segue la parte più impegnativa, il lungo traverso che taglia in diagonale il Valangone e raggiunge quota 2000 allo scoperto del bosco dove sorgono spettacolari pini loricati abbarbicati sulle rocce. Due di essi sono tra i più fotografati in assoluto anche se ormai ridotti a scheletri, il “Guardiano” e il “Pino ritorto” modellato in tal modo dai forti venti invernali che soffiano imperterriti battendo questo versante.



Serra Dolcedorme

Giunti al Belvedere di quota 2000 m lascio a Davide la decisione se scendere verso il Patriarca o salire in vetta aggiungendo come dicevo altri 250 metri di dislivello. Da milanese verace che non si lamenta mai opta per la seconda soluzione pensando anche a quando ricapiterà di nuovo. Scendiamo verso la dolina per attaccare la Serra del Pollinello in modo da dare un’occhiata al Candelabro e agli altri loricati vicini.


Il borgo di Morano Calabro



Nella prateria incontriamo alcune fioriture di crochi ad indicare che la primavera ha ormai preso piede. Per quanto riguarda il Patriarca se ne parlerà un’altra volta. Sicuramente dopo 970 anni di vita lo ritroveremo ancora al suo posto. Dopo alcune foto risaliamo il crinale puntando ai nevai di vetta.






























Dopo la notevole pettata e l’attraversamento dei nevai residui raggiungiamo la cima del Pollino in concomitanza ad altri gruppetti di escursionisti ivi sopraggiunti. Invece di restare sulla vetta dove facciamo il classico autoscatto, scendiamo per qualche decina di metri in direzione sud est fino al ciglio della paurosa Grande Frana dalla quale il paesaggio è semplicemente superbo. Lo sguardo corre sui Piani di Pollino, le dirimpettaie Serra delle Ciavole e Serra Crispo e sua maestà il Dolcedorme più a Sud fino a perdersi sul lontano Golfo di Sibari.


































Anche la luce è stupenda, così cristallina da far risaltare le multiformi cromature del paesaggio. Io mi siedo proprio su uno spuntone roccioso lasciandomi trasportare dalla bellezza che mi circonda. Davide se ne sta invece più circospetto tenendosi leggermente a distanza. Quale posto migliore per consumare il nostro panino e godere dello straordinario panorama in veste primaverile.




La Grande Frana


Ultimi scatti e rientro al Colle dell’Impiso dove ci aspetta il 4X4 rosso di Davide davvero contento di questa sua prima esperienza escursionistica nell’Appennino Calabro lucano.

Il Patriarca


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