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domenica 23 luglio 2017

Torrente Lepre




Dopo le Gole del Barile ,per la seconda uscita di canyoning ci si sposta nel Parco Nazionale della Sila, dal calcare del Pollino al granito della Sila dunque.Siamo a Caccuri in provincia di Crotone  qualche chilometro da San Giovanni in Fiore per fare la discesa del torrente Lepre in programma Domenica 2 luglio con il Cai Castrovillari.




































I partecipanti sono sedici intrepidi,tredici uomini e tre donne per quella che sarà una prova adrenalinica nel superamento di verticali superiori a venti  metri.Tecnicamente e' tutta un'altra cosa rispetto al Raganello affrontato qualche settimana prima,  il quale ha una sviluppo pressoché orizzontale con alcuni salti di pochi metri anche se dal punto di vista paesaggistico questi non ha paragone per spettacolarità e bellezza.



Nel torrente  Lepre si fa sul serio perché si devono applicare tecniche di forra e per cimentarsi in questa disciplina e'necessario avere le competenze adatte o andarci con gente preparata,esperta in questo tipo di attività.



































"Il canyon del Torrente Lepre offre una lunga e interessante discesa torrentistica, divisibile in due parti. La prima parte, incisa nel granito bianco, è caratterizzata da piccole cascate e numerose vasche da attraversare a nuoto. La seconda parte è invece scavata nello gneiss. Le forme sono completamente diverse, più aspre e maestose. Qui si incontrano anche le cascate più alte della gola."(Michele Angileri)



































Noi ne percorriamo la parte bassa e anche la più tecnica perché farlo integralmente con un gruppo così numeroso significherebbe non uscirne più.Infatti per ogni salto e' necessario attrezzare le soste e aspettare che tutti si calino uno per volta. Personalmente preferirei fare questo tipo di attività con gruppi ristretti, quattro o cinque al massimo, per consentire una discesa più fluida,costante e divertente.



Comunque messo piede in acqua ci si dispone in cerchio per un briefing iniziale prestando attenzione alle istruzioni degli organizzatori su come usare i discensori, le longe, i materiali, come calarsi, cosa fare e cosa non fare e interpretare i vari segnali dati col fischietto.  Anche se il canyoning e' considerata un'attività potenzialmente pericolosa, seguendo scrupolosamente le norme di sicurezza diventa assolutamente divertente ed entusiasmante. E' quindi chiaro che improvvisazione e  superficialità in questo contesto sono  fuori discussione.




































Ci si avvia camminando dentro le pozze incontrando a breve il primo salto. E'una cascatella di sei, sette metri resa un pò ostica per l'assenza a monte di spit e soste. E' quindi necessario creare delle soste umane, disponendo uno o due componenti come contrappeso per consentire le calate. Terminata questa prima operazione si cammina per un tratto orizzontale fino ad incontrare il salto più alto e spettacolare, una cascata di 25 metri che termina in un'ampia vasca nuotabile.



E' questa la parte piu' adrenalinica dell'intera discesa. Per portare giù l'intero gruppo ci passa anche qualche ora e frattempo chi si è già calato aspetta pazientemente trastullandosi a fotografare, prendere il sole e farsi qualche nuotata. Dopo un altro segmento di camminata in acqua torbida , dal fondo sabbioso e con  presenza di blocchi di granito giungiamo al secondo e terzo salto tra essi collegati da attrezzare.



Il primo è uno scivolo e poco oltre una cascatella di 6 metri che scaverna leggermente e che conduce direttamente al  salto successivo. Facendo sosta in parete  ci si cala di fianco ad una cascata di 15 metri che termina in una stupenda vasca e poi ad un'altra, entrambe tuffabili. E qui' nell'attesa che tutti si calino ci si diverte a fare tuffi e a concedersi rilassanti nuotate in compagnia delle idrometre. Infine una volta calati tutti ci si raccoglie  per la classica foto di gruppo.



































Il resto poi sarà una camminata tranquilla in acqua tra marmitte e parti asciutte fino all'uscita del torrente in un punto in cui svolta decisamente a sinistra. Impegniamo un sentiero che attraversa terreni aridi immersi in un paesaggio che ricorda l'entroterra siciliano fino ad intercettare le auto staffetta lasciate preventivamente la mattina.



 

































Finalmente ci si concede una meritata pausa tra una birra e un panino in compagnia ,condividendo  aneddoti ed esperienze montane  tra la curiosità di qualche passante che pensa sia successo qualcosa.



Davvero bravi tutti,anche coloro che per la prima volta nonostante  un po' di giusta apprensione hanno  affrontato il brivido di simili verticalità.Bravi gli organizzatori,Franco il Falco,Domenico il Biondo e Michele Florio col supporto di Luigi Vincitore e Roberto Pappaterra,non organizzatori della "spedizione" ma esperti in questa disciplina.Grazie a loro le calate sono state attrezzate rapidamente ed in sicurezza.




































ln particolare mi sembra doveroso spendere due parole su uno dei partecipanti, Mimmo,grande appassionato e conoscitore del Pollino,autore di diversi libri e guide escursionistiche, tra i fautori della nascita della giovane sezione Cai Castrovillari nel 1999.



































A 78 anni vederlo sempre in prima linea e in questa occasione con la sua muta ad affrontare itinerari del genere lascia davvero stupefatti.Un notevole esempio di grande passione, determinazione e tenacia che dura da più di mezzo secolo.Tanto di cappello a un uomo che ci ha fatto scoprire le nostre montagne, ce le ha fatte conoscere ed amare.Un augurio che possa continuare così ancora a lungo e un ritrovarci per nuove ed entusiasmanti avventure.


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