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sabato 7 febbraio 2015

Ciaspolata a Pollinello



















Giornata uggiosa e malinconica sui nostri monti,ma la voglia di muoversi è tanta. L’inverno si è fatto attendere, ora si è imposto, la neve..tanta. Si tratta di scegliere l’itinerario ma da queste parti non è facile raggiungere le località di partenze se nessuno spala e allora ti devi un po’ arrangiare. Puntare il versante sud dà sempre qualche garanzia in più senza tentare con grossi fuoristrada,catene,gomme termiche ecc. 


































Morano Calabro,un presepe e più su,direzione svincolo autostrada i ruderi del Colloreto dominano da su una galleria,tra i lavori di ammodernamento della stessa. Si parte. Risaliamo la Scala di Gaudolino per raggiungere il Piano omonimo ,ma dobbiamo faticare colmando un dislivello di 800 metri. 



















Nel frattempo si passa prima per una piccola sorgente e successivamente per la più nota Sorgente della Serra,copiosa che lascia sgorgare le sue acque limpidissime e cristalline da un grosso antro e le lascia poi scendere fra  muschi variopinti come la tavolozza di un pittore.



































Infiniti tornanti e poi la neve,prima a chiazze,poi crostosa e poi soffice mentre aumenta di spessore, e allora le ciaspole. Bella invenzione questa per non sprofondare e che ti fa diventare amica la candida neve altrimenti ostile e impraticabile. Più in alto grossi faggi ammantati indicano la strada verso l’ampio pianoro che si raggiunge comunque. 

















Tutt’intorno grigio e neve che viene giù. Brusca virata a destra e si va verso il Pollinello lungo un comodo sentiero copiosamente innevato che risale e colma altri 200 metri dolcemente. E’ fatica,tanta,oggi la sento. Si arriva su un poggio eroso sbucando dal bosco e dal grigio nebbia si passa al bianco abbagliante. 


















A sinistra la cresta che porta alle doline,avanti verso la meta,così rarefatta e quasi illusoria,evanescente. Ma ecco l’incanto finale,il Grande Vecchio,il Patriarca del Pollino monumento al creato. Sorge lassù lasciando emergere i suoi possenti rami e la sua fiera chioma dal bosco di faggi che quasi lo infastidiscono.


































Da quasi mille anni è lì impassibile che osserva la storia dell’uomo così breve ed insignificante. L’ennesimo immortalarlo con la macchina fotografica ed e’ ora di tornare indietro ripercorrendo i propri passi tra il silenzio assoluto e i fiocchi di neve che avvolgono tutto.


1 commento:

bupa77 ha detto...

bè un giretto te lo sei fatto!immagino lo spettacolo del patriarca in veste invernale....ciao e a presto