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lunedì 9 novembre 2015

Alpi Apuane: al Grondilice















Nell’ultimo post ci siamo lasciati al rifugio Donegani, raggiunto dopo una impegnativa e lunga arrampicata lungo la ferrata di Monte Contrario valicando il Passo delle Pecore e addentrandoci nella vallata di Orto di Donna. Il paesaggio prevalentemente roccioso del primo giorno avrebbe successivamente lasciato il posto ai cromatismi autunnali delle faggete del Monte Grondilice  e alla verdeggiante e rigogliosa valle delle Rose, incuneandoci infine dentro la spettacolare gola del canale Regolo in una interminabile quanto faticosa via di ritorno verso il Biforco e chiudendo in tal modo un fantastico anello in due tappe.
















Al risveglio ritroviamo un cielo completamente terso e una luce ai primi raggi di sole semplicemente magica, circondati dalle cime maggiori delle Apuane dominate dal Pisanino, massimo rilievo del gruppo e da una corona di vette tutte ardite e selvagge. Dopo una buona colazione la compagine di prodi è pronta ad affrontare questo secondo giorno che ci vedrà puntare verso il Grondilice. Impegniamo da subito una scorciatoia fuori dal rifugio molto ripida per riprendere la sterrata più a monte già percorsa il giorno prima; strada usata anche dai mezzi delle cave di marmo.





























Abbandonatala poco dopo, attacchiamo a destra il sentiero che con un percorso un pò tortuoso raggiunge la Foce di Giovo a quota 1500,crocevia per numerose escursioni al Pizzo d’Uccello e alle sue ferrate, alla Cresta Garnerone, al Grondilice e al Passo delle Pecore. Esso rappresenta allo stesso tempo un punto panoramicissimo sulla Valle di Vinca, minuscolo e singolare borgo che come una macchiolina emerge dal bosco, fino al litorale tirrenico e la vallata di Orto di Donna.



















Il sentiero 179 che si immerge nel bosco è una alternativa alla stradaccia di servizio delle cave percorsa il giorno prima e che in alcuni punti  regala scorci panoramici di grande bellezza sulle cime maggiori delle Apuane: la poderosa mole del Pisanino che si staglia imponente davanti a noi, il curioso Monte Cavallo, toponimo derivante proprio dalla forma di un cavallo, lo slanciato ed aguzzo Monte Contrario e la piramide maestosa e perfetta del Pizzo d’Uccello, il tutto reso più suggestivo dal manto rosso della faggeta nella sua colorazione tipicamente autunnale.






































Dopo un’ultima pettata su sentiero roccioso raggiungiamo il passo detto la” Finestra del Grondilice”,quota 1734 m dove lo sguardo giunge verso Ovest fino al Golfo di La Spezia. Finalmente una meritata sosta prima di scendere verso valle dall’altro versante.
















Da questo punto inizierà per così dire un’altra escursione. Cominciamo la discesa lungo il sentiero 186 sotto i contrafforti rocciosi del Grondilice tra curiosi torrioni e pinnacoli dalle forme bizzarre. Intanto folate di nebbia risalgono dalla valle occultando di tanto in tanto il paesaggio. Perdendo quota ripidamente e rapidamente raggiungiamo una brulla radura dalla quale comincia ad apparire la mole imponente e piramidale del Monte Sagro. Intanto in alcuni comincia ad affiorare la stanchezza tanto che il gruppone si allunga notevolmente e la marcia risulta rallentata.

















Il sentiero ad un certo punto e prima di raggiungere Foce di Navola penetra in uno spettacolare bosco di abeti bianchi, alti e dritti e dal fusto sottile e slanciato. L’ultimo tratto della faticosa discesa si svolgerà all’interno della gola del Canale Regolo in pieno stile di torrentismo ma evitando naturalmente di bagnarsi nelle sue limpidissime acque. Anche in questo ambiente aspro e selvaggio sono presenti i segni del trasporto dei blocchi di marmo da monte a valle attraverso teleferiche e cavi d’acciaio a testimonianza del lavoro mastodontico compiuto tempo addietro dai cavatori.
















Finalmente, dopo 8 ore di faticosa marcia in ambienti assai diversi tra loro, attraversando faggete, vie di roccia, boschi di abeti e gole fluviali incrociamo la strada asfaltata che ci condurrà in un'altra mezz’ora tra tornanti vertiginosi al paesino di Forno dove ci aspetta l’auto lasciata apposta li per andare a recuperare le altre parcheggiate al Biforco. Da qui le nostre strade si divideranno e io andrò in direzione Firenze per un terzo ed ultimo giorno direi molto più tranquillo tra le Balze del Valdarno e il centro storico di Firenze.   


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