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sabato 18 gennaio 2014

Serra delle Ciavole Canalone Orientale

















Serra delle Ciavole è la quarta vetta del Massiccio del Pollino. Facilmente raggiungibile dalla stranota località di partenza Colle dell’Impiso direzione Piani di Pollino ,rappresenta l’alternativa più semplice al Dolcedorme e Pollino che sorgono maestosi di fronte ad essa. Per questo è una meta frequentatissima dagli escursionisti sia d’estate che d’inverno in ambiente innevato .Raggiunti i Piani appare infatti allungata secondo l'asse sud- nord innalzandosi placidamente verso i suoi 2130 m.della vetta settentrionale.
Ma è il suo versante orientale ad incutere timore. Al visitatore che proviene da Civita lungo la strada per Colle Marcione,si erge come un perfetto trapezio,la cui parete verticale,rocciosa,emerge improvvisamente dalla foresta che domina incontrastata,costellata di profondi dirupi,orridi canaloni,frane e ghiaioni di roccia marcia. Abbarbicati sulle sue pendici dirupate i soliti pini loricati che in alcuni punti spuntano addirittura in posizione orizzontale.
















E’ l’altra faccia di questa brulla montagna,il suo lato più selvaggio e quasi irraggiungibile se non con mezzi fuoristrada addentrandosi nel fitto dell’immensa foresta della Fagosa percorrendone l’omonima sterrata,oppure raggiungendo allo stesso modo Casino Toscano,un rifugio diruto posto sotto la Grande Porta del Pollino. Ma è proprio questo versante che cattura l'attenzione di coloro che vogliono osare di più, che vogliono realizzare straordinarie ascensioni alpinistiche su vie di misto lungo i suoi orridi canaloni.


















Al termine dell’ultimo post avevo auspicato l’arrivo dell’inverno “serio”,ma così non è stato. Si sarebbe trattato quindi di scommettere al successo di una buona ascensione lungo uno di questi canali sperando di trovarli in condizione.




































Sabato 11 Gennaio ore 5.30 ,mi avvio in auto con Pasquale verso Colle Marcione,in modo da giungere all’alba in località “Bellizzi”,a quota 1100 m. laddove il canale del Vascello interseca la carrozzabile. Non avendo il mezzo fuoristrada ci toccherà avviarci a piedi intraprendendo una pista che più a monte incrocia  la strada della Fagosa direzione Piano di Fossa. E’ il modo più rapido di raggiungere a piedi la base delle pareti di Serra Ciavole.Parcheggiata l’auto in un’ampia piazzola ci avviamo mentre il sole comincia a sorgere da dietro i contrafforti rocciosi delle Timpe di Cassano e Porace.Intanto l’ occhio impatta sui vari canaloni che sembrano “buoni”dal punto di vista dell’innevamento,anzi migliori rispetto l’ultima ascensione dell’8 Dicembre compiuta da altre cordate. Abbiamo deciso di puntare il più a sinistra di tutti, aperto da Mimmo I. qualche anno fa e chiamato Canale Orientale o meglio “Canale alla cima Meridionale”.


















Dopo due ore raggiungiamo il bivio per Piano di Fossa dove aimè constatiamo il danno operato dai soliti quad e grossi fuoristrada (quelli avvistati dal Dolcedorme durante l’ultima scalata) aprendo solchi immensi sul piano sterrato. Come d’incanto ecco apparire il pittoresco laghetto ghiacciato (sulle carte è proprio il suo toponimo),mentre dietro si innalza la severa parete di Serra Ciavole sempre più vicina. Da questo punto la conformazione dei canaloni è molto più chiara. Dal lato destro del laghetto parte un sentiero che va nella nostra direzione,dapprima evidente ma che poi si confonde. Comunque non importa,perché entrati nella faggeta,dove incontriamo anche la neve basterà procedere senza percorso obbligato verso la base di alberi e spiazzi di valanga. Il nostro canale ora evidentissimo sale dritto davanti a noi. Tre ore di avvicinamento con zaini pesanti alle spalle non sono poche,purtroppo è il prezzo da pagare per chi voglia risalire da questo versante.




































E l’ora di alleggerire gli zaini tirando fuori tutta l’attrezzatura,i 60 metri della “Beal Diablo”,la mia indispensabile corda dinamica,i ramponi,le picche,l’imbrago,i caschi e la “ferraglia”,chiodi,rinvii,moschettoni e quant’altro. Una mezz’ora per la “vestizione” e via,si parte legati.
















Il primo passaggio è “tostarello”,come mi aveva segnalato Mimmo. Un saltino di 5 m. che strozza il canale all'attacco quasi sempre scoperto ,3° senza neve altrimenti 60/70° di pendenza. Per arrampicare su roccia dobbiamo levare i guanti pesanti ed utilizzare le punte dei ramponi nelle fessure ed appoggi. Superato il salto faccio una sicura di emergenza facendo passare la corda attorno ad uno spuntone di roccia in modo da far salire Pasquale in sicurezza realizzando però che a queste pendenze non è proprio il caso di procedere in “conserva” e così iniziamo con i tiri.
 















 Un bel tiro da 60 metri e raggiungo un anfratto in cui vi è un enorme tronco riverso di pino loricato. All’interno riesco a fare una sosta facendo passare una fettuccia all’interno di un foro nella corteccia molto solida.




















Al termine del secondo tiro devo utilizzare invece un chiodo da roccia per attrezzare la sosta e nel successivo terzo tiro  invece non riesco proprio a trovare niente. Solo neve inconsistente e roccia marcia che si sbriciola. Mi ritrovo però alcuni arbusti di ginepro emisferico aderenti alla roccia e perlustrando con la mano tra rametti teneri rinvengo  una bella radice che fuoriesce dal terreno rientrandovi. Che colpo!! E’ proprio adatta per farci passare un cordino per la sosta. Nel recuperare il compagno riesco addirittura a sedermi comodo di fianco la sosta.

















L’ultimo tiro è il più complicato. Parto puntando verso il bordo sinistro del canale dove vi sono alcuni arbusti buoni per rinviare. Poi mi sposto a destra e mettere un ottimo chiodo su roccia e rinviare ancora. Ora,mentre mi accingo a superare il passaggio a 65° Pasquale mi urla che la corda è finita,ho solo due metri. Alla mia sinistra ci sono alcuni alberelli su una paretina verticale che riesco a sfruttare per una sosta sulla quale mi assicuro,solo che recuperare Pasquale per  raggiungere il punto di sosta è quasi impossibile perché eccessivamente angusto. Occorrerebbe che in qualche modo superassi il salto e attrezzassi una sosta in un punto più comodo ma non ho corda.















Faccio così avanzare il compagno verso il primo punto di rinvio recuperando al tempo stesso una ventina di metri di corda. Una volta giunto lì lo faccio assicurare con il “barcaiolo”.Poi gli faccio riprendere i venti metri di corda che avevo recuperato e rimontare  il secchiello per assicurarmi  realizzando in tal modo una “prolunga” al tiro precedente. Ora ho tutta la corda sufficiente per superare il salto ed attrezzare una sosta più comoda per recuperare il compagno. Un tiro da 80 metri con una corda da 60. 



































Questo tiro ci ha fatto però perdere un po’ di tempo ma ormai siamo alla base dell’anfiteatro dove si intravedono le uscite al canale. Un ultimo sforzo e saremo fuori. Purtroppo la corda si aggroviglia e per non slegarci e perdere ulteriore tempo facciamo degli anelli da far passare nelle braccia,metà ciascuno. La pendenza in quest’ultimo tratto non è eccessiva per cui va bene procedere anche in questo modo.
















Per l’uscita ci sono quattro possibilità:la più semplice ma poco soddisfacente un largo canale che sale alla nostra sinistra,compie un lungo aggiramento per uscire in cresta molto più in basso rispetto al nostro punto di uscita prospettato. Alla nostra destra invece due canalini, il più semplice mi pare di 50°,più lungo ma un po’ scoperto,l’altro breve più elegante di 60°. Ma quello più bello è sicuramente il canalino incassato che si prende curvando a sinistra dietro un roccione,6,7 metri a 70° pieni che sbuca su di una labilissima crestina innevata che dovremo risalire accortamente e col fastidio della corda portata a braccia.


















Siamo sul crinale al di sotto della Cima Meridionale di Serra Ciavole completamente innevata. In lontananza due cavalli a brado ci guardano incuriositi,e noi finalmente possiamo alleggerirci togliendoci di dosso la ferraglia e riponendo la corda nello zaino.
















Discesa lungo la linea di massima pendenza direzione Piano di Fossa incrociando il sentiero chiamato “La Scaletta” che unisce il Piano di Acquafredda al Piano di Fossa dirigendoci attraverso un’altra pista verso  la Sorgente del Vascello dove ci fermiamo per consumare la nostra colazione. Vicino a noi un curioso ginepro emisferico concavo e pieno di neve con un piccolo tronco verticale al centro che pare un ombrello rovesciato. Ma è ora di ripartire intraprendendo il sentiero che dal Vascello incrocia la pista della Fagosa e successivamente ci riporta all’auto chiudendo in tal modo un fantastico anello. 

Nonostante questa stagione di magra dal punto di vista dell’innevamento è andata molto bene. Anche il Canale Orientale a Serra Ciavole è fatto.Grazie a Mimmo per le informazioni preliminari che mi ha fatto giungere tempestivamente e Pasquale,instancabile e paziente compagno di cordata.