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Attenzione: per alcune escursioni è possibile scaricare le tracce GPX in basso dopo il testo!!

lunedì 26 giugno 2017

Monte La Caccia "Direttissima"



Se dovessi indirizzare un visitatore di fuori a fare un'escursione nel Pollino probabilmente gli consiglierei o lo accompagnerei su Monte La Caccia preferendolo alle vette più blasonate. E' una montagna che ha tutto, in primis i panorami mozzafiato che si godono dalle sue creste. Alto ben 1744 m si trova in linea d'aria solo a qualche chilometro dal litorale tirrenico all'altezza di Belvedere Marittimo e Diamante, due splendidi borghi marini che fanno parte dell’area parco.




Lato mare la vista corre dal Golfo di Policastro con il Monte Bulgheria in bella evidenza e altre vette del Cilento alle isole Eolie con lo Stromboli e il suo pennacchio di fumo fino al lontanissimo Etna. E' talmente vicino al mare che sembra ci si possa tuffare.  Cielo e mare sono fusi in un tutt'uno mentre nuvole ovattate drappeggiano l' orizzonte, una fantastica balconata sul Tirreno. Lato montagna la spettacolare Montea dal crinale aguzzo e seghettato le fa da contraltare insieme alla cima minore del monte Faghittello anch'esso dal profilo alpestre con i suoi canyon dirupati.





Verso Nord Est e' collegata al Petricelle per mezzo di un'ampia sella ricoperta da una fitta faggeta. Il suo aspetto geomorfologico poi e' tutto un programma. Osservandola dalla costa si erge imponente come una bastionata rocciosa insuperabile collegata ai suoi satelliti minori Serra La Croce, Monte Cannittello e la Castelluccia. Inoltre la sua parete sud ovest, immane e maestosa incute davvero timore, assolutamente inviolata anche dal punto di vista alpinistico. Le sue creste, aderte e frastagliate sono ricoperte da centinaia di splendidi pini loricati che allignano su fazzoletti di roccia inaccessibili e che rappresentano la stazione più meridionale d'Europa di questo vegetale unico al mondo.




La Caccia appartiene geograficamente al gruppo della Montea considerata la Regina dell'Orsomarso. A mio parere ha più de La Caccia soltanto il maggiore innevamento nel periodo invernale che le conferisce un aspetto alpestre di straordinaria bellezza. La Caccia essendo invece direttamente esposta all'azione mitigatrice del mare risente meno delle perturbazioni nevose che in genere arrivano da nord e da est. A parte questo, non ha davvero nulla da invidiare a nessuna altra montagna del meridione.




Escludendo una via alpinistica aperta da me e un mio compagno diversi anni fa lungo la cresta Nord, la via di salita più gettonata é quella che dalla frazione Trifari a 736 m. raggiunge il rifugio Belvedere a 1355 m. e passando per la piccola cappella con la croce di ferro risale la ripida e affilata cresta sud.




La mia idea era invece rivolta ad una via poco conosciuta e percorsa, la Direttissima ispiratami grazie a un video di Youtube caricato da un escursionista che conosco il quale mi ha  gentilmente  fornito anche la traccia gpx della stessa, che non compariva neanche su Wikiloc (ora però ho caricato la mia).




































Si attacca dalla medesima località di partenza menzionata prima, sotto la prima abitazione della ridente frazione. Il sentiero molto evidente ci porta ad un cancelletto che troviamo aperto. Pochi metri dopo abbandoniamo la pista per risalire la ripida pendice erbosa alla nostra sinistra. In realtà conveniva proseguire per altri cento metri e deviare all'altezza di una croce in cemento. La pendice ricoperta di macchie di felci diventa sempre più fitta man mano che si sale e seguendo un percorso senza traccia dopo un'ora buona raggiungiamo il vertice di un monte di forma piramidale senza nome a quota 1246m.




Già da questo punto, ma direi anche durante la salita il paesaggio non ha eguali. Conquistata la cima ecco che si erge difronte l'immane parete Ovest di monte La Caccia con i suoi canaloni e crinali aderti tappezzati di pini loricati. Il "monterozzo" e' collegato alla parete per mezzo di una crestina invasa da piccoli arbusti ed erba alta intricata ma il tratto da superare è breve. Ci troviamo da subito ad affrontare ripidamente una traccia di sentiero che si inerpica lungo un ghiaione che man mano diviene sempre più inclinato in mezzo all'anfiteatro di rocce dall'aspetto tra i più selvaggi che si possano immaginare.

































In alcuni tratti il sentiero è evidente, in altri scompare ma la via di salita mentre si procede faticosamente non lascia dubbi sulla direzione da prendere confluendo verso la base di un canalone più definito molto ripido che oppone tratti di arrampicata di primo grado e che si incunea tra le pareti laterali fino ad arrivare ad un boschetto. Dopo questa bella pettata pensiamo di operare una digressione verso sud per andare ad affacciarci sul ciglio della maestosa parete sud ovest




Ci inoltriamo così all’interno di una breve fascia boscosa che attraversa un altro canalone parallelo e in breve siamo sul ciglio del paretone dove la vista spazia su vasti panorami  verso il Cannittello e i valloni che da esso precipitano. Ritorniamo sui nostri passi a recuperare la pista originale fino a sbucare sul filo della cresta principale che porta in vetta aggirando rocce, anfratti e pini loricati.




Spettacolo assoluto a trecentosessanta gradi, un connubio perfetto tra mare e montagna, un tripudio di rocce, pinnacoli, creste affilate e valloni dirupati, boschi fittissimi e pini loricati a perdita d'occhio. Il tutto incastonato in un'area Wilderness di assoluta bellezza e unicità. La Caccia ogni volta mi riempie di stupore, difficile da conquistare ma che ti ripaga in maniera impareggiabile.




Dopo la sosta e la foto di rito scendiamo lungo la via di ritorno seguendo il boscoso filo della pendice est fino ad abbandonarlo per impegnare in forte discesa il crestone sud. Dritti si prosegue invece per la via normale che addentrandosi nel folto della faggeta in un percorso piuttosto monotono raggiunge il Passo della Melara, snodo importante per le salite al versante Ovest della Montea, il crinale Est del Petricelle nonché collegamento con il Faghittello e Serra Croce.



Mentre scendiamo per raggiungere il rifugio Belvedere folate di nubi di calore si sviluppano ascendendo dal mare. Questa montagna è soggetta di frequente a tale cambiamento nel primo pomeriggio in quanto l'evaporazione del mare si condensa incontrando le pareti rocciose e le correnti più fredde in quota generando il fenomeno del mare di nubi proprio a ridosso della parete. Raggiungiamo in tal modo il rifugio Belvedere che troviamo accessibile approfittandone per riposarci e rifocillarci al fresco.




Il rifugio molto bello è composto da un'ampia sala con un lungo tavolo e diverse sedie, una stufa a legna e una credenza e in più una presa per ricaricare il cellulare. Sopra c'è invece la zona notte con diverse brande fornite di coperte. Insieme alla capanna Gaudolino alle falde del Pollino è l'unico rifugio del Parco di tipo alpino, ovvero raggiungibile soltanto a piedi. E' gestito dall'associazione "Amici della montagna" di Belvedere Marittimo e si può pernottare previa autorizzazione dell’associazione.



























 Infine l'ultima parte della discesa avviene per un sentiero scavato lungo un costone eroso di ghiaia fine grigio bianca calcarea tra pini loricati molti dei quali scheletrici, vittime di un esteso incendio avvenuto alcuni anni fa. Attraversato un canalone su alcuni ponticelli in legno si prende l'ultima parte di sentiero immersi in una lussureggiante vegetazione tipicamente mediterranea con la presenza di fragoline di montagna sul bordo del sentiero poco prima di raggiungere l'auto.



Arriviamo estremamente accaldati e sudati per il caldo umido che ci ha accompagnato in quest'ultima parte. Più avanti un fontanone di acqua gelata fa proprio al caso nostro, ci manca poco per farci una doccia rischio super bronchite acuta.




Escursione di grande respiro e notevole impegno che ripaga notevolmente della fatica e del dislivello colmato. Panorami mozzafiato in tutte le direzioni in un ambiente dalle mille sfumature, assolutamente da consigliare ma forse non in piena estate. Per il resto tutto ottimamente bene. 



Scarica la traccia GPX